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Sabato, 20 Aprile 2024
San Paolo San Paolo / via Giustiniano Imperatore

San Paolo: ragazzo contesta Alemanno, tensioni con “Il Popolo di Roma”

Durante la consegna delle chiavi di un palazzo in via Giustiniano Imperatore momenti di tensione. Catarci: "Persone del quartiere. Circondate minacciosamente dal servizio d'ordine informale del Sindaco"

Tensioni ieri durante la consegna delle chiavi dei primi appartamenti del palazzo di via Giustiniano Imperatore. A riportare la notizia è il quotidiano La Repubblica che parla di “mani in faccia, uno schiaffone e qualche spinta”.

Secondo il quotidiano de L'Espresso, ieri, mentre Alemanno parlava dal palco c'è stata una contestazione da parte di alcuni ragazzi per il mancato coinvolgimento dei comitati di quartiere nel progetto di ricostruzione del palazzo. Quindi, un giovane, figlio di uno degli assegnatari e membro di un comitato di quartiere, avrebbe urlato a una ragazza che applaudiva il sindaco, anche lei figlia di assegnatari: "Quanto ti hanno dato per fare la claque?"
A quel punto si sarebbero surriscaldati gli animi e ne sarebbe nata quasi una rissa che ha visto da un lato il ragazzo solo, dall'altro 4-5 esponenti della formazione di estrema destra Il popolo di Roma. Secondo La Repubblica, da uno dei ragazzi de Il Popolo di Roma è partito uno schiaffone al giovane contestatore. Poi cittadini, il presidente dell'XI municipio Andrea Catarci e alcuni membri dello staff del sindaco, sono interventi per dividere il gruppo ed evitare il peggio.

Andrea Catarci racconta: ““Durante la consegna delle prime chiavi degli appartamenti ricostruiti nell’ambito del Piano di riqualificazione Giustiniano Imperatore, l’intervento del Sindaco è stato interrotto dal disappunto di alcune persone del quartiere. Circondate minacciosamente dal servizio d’ordine informale del Sindaco, ne è nato un breve parapiglia che ha visto il susseguirsi di dichiarazioni irresponsabili e false di molti esponenti del PDL, che hanno chiamato in causa la solita ‘estrema sinistra’. In realtà, erano comuni persone, senza particolare curriculum politico, indignate per la lunghezza dei tempi dell’operazione. Con esse si deve parlare, spiegare e scusarsi, non le si può aggredire per ridurle al silenzio e poi fare le vittime.”

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