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San Paolo San Paolo / Viale Leonardo da Vinci

PUP da Vinci, l'addio si complica: il concessionario presenta un ricorso

Il destino del PUP resta incerto

La partita per lo smantellamento del cantiere di viale Da Vinci si complica. Per veder rimuovere le sue transenne, è infatti necessario che l'amministrazione cittadina metta mano al portafogli. La Ascogen, concessionaria del parcheggio interrato di San Paolo, non sembra affatto intenzionata a smobilitare. Ed a fronte della revoca sbandierata nei giorni scorsi, annuncia azioni legali. Per ora la strada più semplice, è quella che porta all'eliminazione del cantiere a spese di Roma Capitale. Con la speranza, da parte del Campidoglio, di riuscire poi a recuperare una parte dei costi così sostenuti. Magari decurtandoli dalla somma da restituire ad Ascogen.

Il ricorso al TAR

La determina dirigenziale con la quale il Dipartimento Mobilità e Trasporti aveva disposto la parziale resistituzione degli oneri concessioni già versati, è intanto stata oggetto di un ricorso. "Quella determina l'abbiamo già contestata via PEC – fa sapere Laura Pallozzi, presidente del Consorzio Ascogen Parcheggi – ed abbiamo presentato anche un ricorso al TAR. Vogliamo impugnarla e chiedere la sospensiva". Di conseguenza "il cantiere  resta al suo posto, come la convenzione a suo tempo sottoscritta prevede. Noi rivogliamo indietro tutti i soldi che abbiamo già versato".

L'annuncio della revoca

L'annucio dello sblocco d'una situazione che si trascina da otto anni, era stato dato da Carlo Cafarotti. Il delegato della Sindaca Raggi nel Municipio VIII aveva infatti comunicato che, con una determina, veniva finalmente "disposta la decadenza della convenzione stipulata con il Consorzio". In un post su facebook, l'ex capogruppo municipale del M5s, aveva spiegato che" entro 30 giorni i luoghi dovranno essere ripristinati nello stato precedente e riconsegnati liberi da ogni impedimento". Considerando che l'atto è stato protocollato il 25 settembre, la data entro la quale Ascogen doveva riconsegnare l'area, risulta essere appena scaduta. Ora, secondo la determina, "l'amministrazione procederà a sua cura al ripristino dello stato dei luoghi e, al termine dei lavori, restituirà al consorzio  la somma versata a titolo di oneri concessori, decurtata del 50% a titolo di penale e delle spese sostenute per il ripristino dell'area". Potrebbe però intervenire il TAR, intanto con una sospensiva. Cosa che comporterebbe un allungamento dei tempi. La rimozione del cantiere, è un obiettivo condiviso da tutti. Modalità, costi e tempistica, restano invece i nodi da sciogliere.

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