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Municipio VIII, Raggi punta sul ritorno di Cafarotti. Obiettivo: ricostruire la partecipazione

La Sindaca Raggi ha conferito un incarico all'ex capogruppo dimessosi nel 2015 per ragioni personali. Cafarotti non andrà ad interferire con il lavoro della Giunta commissariale. Il suo compito sarà di "sviluppare modelli partecipativi"

Resta la gestione commissariale del Municipio VIII. Con una novità. Viriginia Raggi , per rilanciare la partecipazione in vista delle future elezioni amministrative, ha infatti deciso di coinvolgere una vecchia conoscenza del M5s: Carlo Cafarotti.  Si tratta dell'ex capogruppo municipale, dimessosi per ragioni personali nell'aprile del 2015. A lui la Sindaca, con un'apposita ordinanza, ha conferito un incarico a titolo gratuito ed a tempo determinato. Il ruolo dell'ex consigliere, "non interferirà con l'attività dei componenti della Giunta Capitolina".

Cafarotti, la Sindaca le ha conferito l’incarico di individuare “azioni positive e di possibili progettualità proponibili per lo sviluppo di modelli partecipativi che valorizzino la qualità del coinvolgimento dei cittadini, con particolare riferimento alle potenzialità offerte dalie innovazioni della tecnologia digitale”. Ma in concreto, di cosa dovrà occuparsi?

Tradotto in una forma più semplice e comprensibile, si tratta di creare un modello virtuoso per far emergere dal basso le istanze del territorio. Bisogna dare un metodo alla gestione del Municipio VIII, anche ricorrendo allo strumento digitale. Tuttavia quest’ultimo un plus, non una barriera d’ingresso. Deve essere uno degli strumenti per rilanciare la partecipazione.

Lei due anni fa si dimise, spiegando che la sua scelta era motivata da ragioni personali. All’epoca affidò a facebook una lunga riflessione, in cui parlava di “mancata indulgenza;  forme di intransigenza interna. E poi accennava al fondamentalismo piu' ottuso ci rendono a volte piu' simili all'Isis che non allo strumento di democrazia che sogniamo”. Anni dopo il presidente Pace, ha segnalato le difficoltà incontrate nel governare con i Talebani a Cinque Stelle…vuol dire che, quelle tendenze da lei descritte, si erano definitivamente radicate?

Non credo che si possa essere alcuna relazione tra quello che scrissi all’epoca e quello che è accaduto successivamente nel Municipio. Nella maniera più assoluto. Il M5s in questi anni è cresciuto e certe tematiche sono state superate. Ad ogni modo all’ordine del giorno c’è la sfida per il domani, e quindi direi che non bisogna focalizzarsi troppo su quello che riguarda il passato.

Il fatto che ci sia un incarico come il suo, finalizzato ad incrementare la partecipazione, lascia però supporre che oggi, quella partecipazione, non sia ritenuta sufficiente. Tra l’altro, dopo le sue dimissioni da consigliere, c’è stato anche un gruppo da ricostruire. Ora una discreta parte di questi attivisti, sono ora passati a Fratelli d’Italia. Che succede nel M5s?

Il gruppo ha sicuramente vissuto fasi alterne, com’è fisiologico, di crescita e di contrazione. Tuttavia, rispondendo con una tautologia: chi è uscito dal Movimento Cinque Stelle non è del Movimento Cinque Stelle. Del resto ammetto che anche io, sono rimasto colpito da tutti questi passaggi a Fratelli d’Italia. Ovviamente si tratta di una minoranza, visto che nel gruppo in cui ha operato Paolo Pace c’erano molti attivisti. Ripartiamo comunque dall’esigenza di dare soddisfazione alle esigenze dei cittadini. A quest’obiettivo è finalizzato il mio ritorno all’impegno civile, dopo i due anni di autosospensione. Spero quindi di essere all’altezza delle aspettative della Sindaca e soprattutto di essere utile ai cittadini, a cui vogliamo dare ascolto.
 

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