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Garbatella San Paolo / Via Giovannipoli

Garbatella, parco Giovannipoli: il Comune boccia gli storici volontari dell'area verde

Respinto il progetto di rilancio dal basso dell'area verde

Progetto respinto. L'amministrazione cittadina ha bocciato il piano che il Comitato Giovannipoli aveva presentato per rilanciare il parco di Garbatella. Troppo oneroso per la città. Un paradosso nei confronti del quale hanno protestato i volontari che da anni, gratuitamente, se ne prendono cura.

Un impegno costante negli anni

"Il Comune ci nega la gestione condivisa dell’area verde del parco delle Catacombe di Commodilla a Garbatella. Sono quasi cinque anni che svolgiamo un'importante opera di manutenzione e cura di questa area verde tanto da vincere il primo premio di Roma Best Practices Award – ricordano i volontari del Comitato -  È paradossale infatti che il Comune di Roma, totalmente inadempiente in tema di aree verdi, neghi ai cittadini la possibilità di agire in tutela dei territori creando ostacoli e impedimenti". 

Il progetto bocciato

Nel dettaglio, il Comitato spiega che "secondo il Comune di Roma  la nostra proposta di gestione va in contrasto con le linee guida in materia di adozione aree a verde pubblico". Il riferimento specifico è ai punti  3 e 4 della Delibera di Giunta n. 207/2014, "secondo i quali l’adozione non prevede alcun vantaggio economico per il soggetto adottante, né dà diritto al risarcimento di alcun importo". Ma nulla di questo era stato richiesto. "Noi abbiamo presentato un progetto che è sempre lo stesso dal 2015 – spiega Katiuscia Eroe, storica attivista del Comitato – è articolato in sette pagine, all'interno delle quale indichiamo i compiti che secondo noi dovrebbe avere l'amministrazione, come la potature della alberature di alto fusto, e quelli che invece spettano ai volontari: tra questi la pulizia dell'area verde, e l'apertura e chiusura dei cancelli".

Vogliamo solo far vivere il parco

La contestazione del Campidoglio, prende avvio da tre istanze. "Abbiamo chiesto l'esenzione del pagamento dell'occupazione di suolo pubblico. Lo scorso anno, ad esempio, abbiamo dovuto pagare 70 euro per sistemare un banchetto ed un gazebo, in occasione della festa di Halloween. Una cifra che, per noi che abbiamo avuto l'onere di un'organizzazione che includeva dolcetti e quant'altro per i bambini, non è sostenibile". Le altre due richieste riguardavano "l'esenzione dalle richieste di autorizzazione di alcuni appuntamenti e l'esenzione dall'allaccio di corrente elettrica per 3- 4 iniziative. In tutto questo, vorremmo capire dove hanno riscontrato un vantaggio economico o la richiesta di un risarcimento o anche di un rimborso da parte nostra. E' assurdo – conclude la storica portavoce del Comitato – noi cerchiamo soltanto di far vivere un parco per evitare che venga vandalizzato".

Penalizzati i comitati più genuini

La lettera in cui si comunica la decisione del Dipartimento Tutela Ambiente, di non accettare il progetto di rilancio dal basso, non viene indirizzata direttamente al Comitato. E non vi figurano neppure referenti politici di Roma Capitale. "Non credo che questa decisione sia stata partorita in maniera autonoma dai dirigenti – osserva Andrea Catarci, già presidente del Municipio VIII – se così fosse sarebbe grave, ma dubito che un funzionario, sapendo che una richiesta viene avanzata da una realtà il cui impegno nel territorio è notoriamente apprezzato, prenda una decisione senza relazionarsi prima con la componente politica. Se così fosse sarebbe grave, ma non ci credo. Detto questo – aggiunge l'ex minisindaco, ora portavoce della Coalizione Sinistra Municipio Roma VIII – questa bocciatura è preoccupante. E' la dimostrazione che si comincia ad applicare la norma sulla aree verdi, penalizzando i comitati quelli più squisitamente genuini. Quelli che sono formati da cittadini che si autotassano perchè hanno a cuore l'interesse pubblico e che invece vengono indirettamente accusati di voler fare cassa. Così però si crea un precedente. Considerando che a poche centinaia di metri, è stato affidato il giardino Alberto Oliva ad una realtà commerciale di tipo tradizionale, mi sembra che il percorso imboccato con questa delibera di giunta comunale, finisca col penalizzare il protagonismo dei cittadini".  Una sensazione condivisa da molte realtà, comitati ed associazioni che da un mese stanno chiedendo all'amministrazione cittadina un'inversione di tendenza. Per ora, senza fortuna.

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