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Martedì, 16 Aprile 2024
Garbatella San Paolo / Via Alessandro Severo

San Paolo: non si ferma la disputa sull'uso del deposito ATAC

Tra la lettera di protesta, che denuncia una carenza di servizi igienico sanitari e la risposta di AMA che ne esclude la possibilità, si inserisce Catarci: “Lo spieghino ai residenti”

Non si esaurisce la polemica generatasi sull’utilizzo dell’ex deposito Atac in via Alessandro Severo. Alle prime dichiarazioni, rilasciate dopo l’estate dalla Capogruppo di SEL Paola Angelucci, aveva recentemente replicato Simone Foglio, a sua volta capogruppo Pdl al Consiglio del Municipio XI.

LA POSIZIONE DEL MUNICIPIO XI. Oggi, anche il Presidente  Andrea Catarci torna ad esprimersi sull’uso dei locali di quello che, sul piano storico e monumentale, è un luogo d’indubbia importanza sia per la città che, ancor più, per il quadrante.
“Sull’ex deposito Atac di San Paolo, l’AMA  afferma di utilizzare gli spazi per accatastare cassonetti ed esclude che ciò possa essere fonte di rumore e cattivi odori – premette il Minisindaco - Lo spieghi ai cittadini della zona che, al contrario, denunciano un continuo trambusto, specie in ore notturne, nonché una situazione carente sotto il profilo igienico-sanitario”.

LE PROTESTE DEI RESIDENTI. Dalla Presidenza del Municipio, in effetti, riceviamo la lettera, indirizzata all’ Ufficio di Gabinetto del Sindaco, oltre che alla Direzione Generale dell’AMA ed al Municipio stesso, in cui, l’amministratore di un condominio della zona, lamenta testualmente il “continuo rumore causato dalla sistemazione dei cassonetti, specie nelle ore notturne” e  la “carenza di servizi igienico sanitari, visto l’aumento di insetti, mosche e zanzare – la lettera veniva inoltrata in piena estate – nell’interno del condominio, nonostante gli interventi di disinfestazione e derattizzazione messi in atto”.

L'UTILIZZO CONTESTATO DEL DEPOSITO. Richiamandosi alla lettera inviata dall’amministratore condominiale, il Presidente del Municipio Roma XI, commenta: “Lasciamo perdere lo stile pessimo di chi risponde solo ai comunicati stampa ignorando nel contempo le note istituzionali indirizzate al Presidente Benvenuti e le lettere dei cittadini e concentriamoci sulla sostanza: ma è normale che due delle più importanti Aziende pubbliche cittadine, l’Atac e l’Ama,  si accordino per destinare  ad attività di riparazione di contenitori danneggiati,  un ex deposito dei primi anni del Novecento? Lo sanno che alcune parti vanno annoverate nel patrimonio artistico ed edilizio della città? – si domanda retoricamente Catarci che poi aggiunge - Viene da chiedersi se si provi almeno un po’ di disagio a sostenere pubblicamente le ragioni di tali scelte, che ovviamente sono inspiegabili e denotano la mancanza di un minimo di decenza”.

I TENTATIVI DI RECUPERO. Il deposito, nel corso degli ultimi anni, è stato teatro di vari tentativi di riqualificazione dal basso. Occupato nel giugno del 2011 da alcuni militanti dei movimenti di lotta per la casa, contro la sua possibile vendita ad un fondo immobiliare, è divenuto, nel corso della stessa estate, anche un laboratorio per le facoltà di architettura di Roma, i cui studenti si sono confrontati sulle necessità del   territorio, in termini di servizi alla comunità, e sui possibili sviluppi dell’area. La struttura è stata temporaneamente utilizzata anche  come milonga popolare, prima d’esser definitivamente sgomberata nell’autunno dello scorso anno, divenendo, da allora, il deposito dei cassonetti dell’AMA.
 

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