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Ardeatino Garbatella / Piazza dei Navigatori

Prostitute a Piazzale dei Navigatori? “Nel 2007 era più facile, parliamone”

Spostare le prostitute in un'area delimitata del territorio municipale. Catarci: "E' una proposta non di oggi. La vera novità è che ne parli anche il Sindaco. E allora proviamoci"

Quartieri a luci rosse. La suggestione, lanciata dal Campidoglio alcuni giorni fa, ha fatto proseliti. Sono in molti a chiedere che vengano individuate delle zone franche, dove le prostitute possano esercitare la propria professione. Senza entrare in contrasto con i residenti. La proposta, tuttavia, non è così innovativa.

LA PRIMA PROPOSTA - “Noi nel 2007 organizzammo un grande convegno cui parteciparono tanto i comitati dei cittadini, quanto quelli che storicamente difendono i diritti delle prostitute - ricorda il Presidente del Municipio VIII Andrea Catarci - La proposta era quella di spostare il fenomeno a ridosso dei campi sportivi. Oggi la prostituzione si esercita ovunque – sottolinea il Minisindaco – sotto le finestre dei residenti, negli spazi condominiali e talvolta addirittura nei pianerottoli. E’ una situazione pesantissima, quella che abbiamo davanti”.

GLI STECCATI IDEOLOGICI - Da Largo Veratti a Piazza Enea Bortolotti, la situazione è ampiamente nota. “L’idea all’epoca non piacque. Ma a distanza di anni devo dire che molti residenti sono tornati a chiedermi se quella proposta fosse ancora realizzabile. Le condizioni sono cambiate – ci spiega Catarci – e prima era più semplice. Nel 2007 avevamo tutte le condizioni per riuscirci, perché c'era il Comitato diritti delle prostitute che aveva agganci con quel mondo. Se all’epoca anziché alzare le barricate ideologiche avessimo ricevuto un input positivo da Roma Capitale, l’avremmo fatta quella sperimentazione. Oggi è più complicato perché il mondo della prostituzione transessuale è più difficile da avvicinare”.

LA RIDUZIONE DEL DANNO - Guai però a parlare di strade a luci rosse. “Le strade e luci rosse, come anche i parchi  a luci rosse, già ci sono. Non ci facciamo mancare niente da questo punto di vista, ma il problema è che non esiste nulla che sia in qualche modo gestito. In un’ottica di riduzione del danno, per cercare di limitare i contrasti con la popolazione residente, per me si potrebbe provare a mettere in campo forme che guardino alla zonizzazione. Se si individua un’area, se ne può effettuare sia la vigilanza con i vigili urbani, ma poi è anche più facile presidiarla sul piano socio sanitario. Comunque ad oggi, la vera novità rispetto al passato è che ne parli il Sindaco. Ed io ne sono contento – aggiunge Catarci – perché quella è una delle poche sperimentazioni che valga la pena di provare. Dopodichè, non è detto che funzioni – ammette il Presidente del Municipio – perché nessuno ha la ricetta in tasca. Però ripeto, varrebbe la pena tentare”.

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