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San Paolo Garbatella

Porte chiuse in Campidoglio per il minisindaco Catarci

Impedito al Presidente del Municipio, insieme ad altre 150 persone, di assistere alla discussione per la dismissione di Acea, durante la seduta pubblica dell'Assemblea Capitolina

Lo scontro politico, sul tema dei beni comuni, ed in particolare sulla vicenda legata alla privatizzazione del 21 % del pacchetto di Acea, prosegue.

Clima politico rovente. Nonostante le manifestazioni, i presidi, le lettere inoltrate all’Acea ed al Comune, l’adesione alla campagna di “Obbedienza Civile” pensata per ribadire la scelta dell’acqua come bene collettivo, sulla scorta del recente esito referendario, nulla è cambiato.
Al contrario, il clima sembra avvelenarsi ogni giorno di più. E così, dopo le minacciate dimissioni del Sindaco, poi immediatamente rientrate, che si dichiarava insoddisfatto per il mancato appoggio dei capogruppo capitolini, rispetto all’operazione in essere, si registra un altro colpo di scena.

Sospesa la democrazia. “Come in occasione del corteo cittadino per il mantenimento di ACEA in mani pubbliche, il primo cittadino sospende la democrazia in Campidoglio impedendo ai cittadini di assistere alla seduta dell’Assemblea Capitolina” denuncia, amareggiato, il Presidente del Municipio XI Andrea Catarci. “Alemanno ha dato ordine di non far salire in Aula Giulio Cesare le 150 persone che chiedono di assistere alla seduta del Consiglio, che ha all’ordine del giorno la vendita di ACEA. Nonostante insieme ai cittadini vi sia la presenza, a garanzia di una partecipazione pacifica, del Segretario cittadino del PD, di numerosi consiglieri capitolini di opposizione e del sottoscritto – rimarca Catarci - le porte del Campidoglio rimangono chiuse, calpestando così, per l’ennesima volta, le più elementari regole della democrazia e dei regolamenti Statutari del Comune di Roma.”
 

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