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San Paolo San Paolo / Via della Collina Volpi

Sgomberato il deposito Atac a San Paolo: all'interno vivevano 20 famiglie

Lo sgombero vede impegnata la polizia in via Collina Volpi. All'interno vivevano un totale di 20 famiglie. Per gli adulti è scattata l'identificazione prima e la denuncia poi

Dalle prime ore della mattinata gli uomini della Questura di Roma hanno proceduto allo sgombero del deposito Atac "San Paolo" di via Collina Volpi, occupato lo scorso 20 giugno. Nel corso delle operazioni, che hanno condotto alla bonifica dei locali dell'immobile, gli agenti hanno proceduto a liberare i spazi abusivamente occupati. Gli adulti trovati all'interno del deposito sono stati accompagnati presso gli uffici di Polizia per l'identificazione e per la conseguente denuncia all'Autorità Giudiziaria.

"All'interno dello stabile - spiega Luca, del coordinamento di lotta per la casa - vivevano 20 famiglie, anche bambini. Questi luoghi devono diventare risposte all'emergenza abitativa e spazi aperti al quartiere, e non devono essere regalati alla speculazione". "La struttura, spiegano gli occupanti, "è uno dei 15 depositi Atac che la delibera comunale 35 vorrebbe svendere a un fondo immobiliare. Questo è il nostro modo di dire no".

Occupazione deposito Atac San Paolo foto di Francesca Cencetti

Duro il commento del presidente dell'XI municipio Andrea Catarci: "Questi mesi di occupazione sono stati l’unico periodo, da 10 anni a questa parte, in cui si è discusso davvero e si è concretamente provato a sperimentare un riutilizzo sociale dell’ex deposito. Con mostre e studi insieme alle Università romane, con incontri ed assemblee insieme al tessuto associativo locale, con iniziative di recupero della storia del luogo per interrogarsi più coscientemente sul futuro, con l’insediamento abitativo di un nucleo di persone in difficoltà, si è contrastato il piano di svendita di quella di San Paolo come delle altre ex rimesse".

"Atac e Giunta Alemanno", continua Catarci, "hanno dato l’unica becera risposta di cui sono capaci: la repressione poliziesca, mezzo per tutelare l’indegno piano speculativo di alienazione del patrimonio pubblico. In un clima già cupamente antidemocratico, fingono di non sapere di aver prima imposto lunghi anni di abbandono e degrado in una struttura di rilevanza e collocazione strategica per l’intero quartiere San Paolo".

"In ogni ambito sociale, culturale, politico e istituzionale", conclude il presidente dell'XI municipio, "si rafforzi l’azione di autotutela dei quartieri e della città, perché Roma è oggi in mano ad un personale politico senza scrupoli e con ancora meno idee, in Campidoglio come nelle aziende municipalizzate al collasso per i ripetuti saccheggi di cui sono state oggetto".

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