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San Paolo, rimosse le roulotte di Sant’Egidio: “Marino, adesso fermali”

La sottrazione delle roulotte a persone senza fissa dimora, per il Municipio rappresenta un “atto di ferocia sociale”. Chiesto l’intervento del Sindaco e l’istituzione di piccole aree attrezzate per la sosta

La mannaia delle rimozioni, operate nei confronti di alcune persone senza fissa dimora, non è passata inosservata nel Municipio VIII. A farne le spese, infatti, è stata anche una dipendente pubblica che nell’ente di prossimità lavora. Adesso, dopo uno  “degli interventi di rimozione voluti dal Comando cittadino di Polizia Locale”  il Presidente Catarci fa sapere che questa signora, di sessant’anni, è costretta a dormire in auto.

IL TEMA DEL DEGRADO  - Il caso, ovviamente, non è l’unico  ad essersi presentato nel territorio.  Il meccanismo lo ricostruisce lo stesso Catarci. “Arrivano prima le lamentele di cittadini per l’offesa al decoro che rappresenterebbero queste roulotte. Quindi  scatta una reazione cieca, a tal punto da ignorare che attuandola si peggiora radicalmente sia la situazione sociale dei diretti interessati che lo stesso decoro che si pretenderebbe di salvaguardare. Ma non è peggio – argomenta Catarci – anche per lo stato dei quartieri avere persone che dalle roulotte si riversano nelle macchine, se le hanno, o nei giardini, o in un viadotto o lungo il fiume?”

LA FEROCIA SOCIALE - Quanto è capitato in queste ore alla signora Rita che con l’inverno alle porte dovrà dormire in un’automobile, è un destino comune a molti altri senza fissa dimora. “Ma a che punto di ferocia sociale siamo arrivati?” si chiede Catarci, che avanza delle proposte. “Si intervenga a rimuovere laddove si è in grado di fornire una migliore alternativa abitativa; oppure si provveda ad attrezzare piccole aree dove regolarizzare la presenza di poche persone fornendo loro una minima assistenza con i bagni chimici, sostenendo l’associazione del volontariato ed in questo caso di Sant’Egidio in particolare, ma si fermi questa ripetizione di interventi repressivi”.

LA RICHIESTA  - L’appello, è rivolto direttamente al primo cittadino “Ci rivolgiamo al Sindaco Marino e all’Assessora comunale alle Politiche Sociali Cutini, che hanno dimostrato sensibilità a queste problematiche e forse non sanno cosa sta accadendo, affinché  - chiede Catarci - intervengano immediatamente a fermare le irragionevoli azioni in corso ed a garantire la necessaria assistenza trovando soluzioni alternative abitative, per Rita e tutti gli altri”.

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