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Roma Tre, "la ricchezza dell'Atac": "Immobili da valorizzare"

Presentato oggi alla facoltà di Architettura di Roma Tre lo studio dal titolo "La ricchezza dell'Atac" sul patrimonio immobiliare dell'azienda. "Valorizzare gli immobili ma con progettualità", spiegano i ricercatori. "L'ex rimessa a San Paolo tra gli spazi edificabili"

Il patrimonio immobiliare dell'Atac è stato "mappato" da una ricerca del Labic (Laboratorio abitare la città contemporanea) dell'università Roma Tre. Oggi, nella facoltà di architettura, vengono presentati i risultati dello studio dal titolo "La ricchezza dell'Atac", che, come si legge sul sito Internet della facoltà, "affronta il tema della rifunzionalizzazione del patrimonio immobiliare dell'Agenzia del Trasporto Autoferrotranviario del Comune di Roma a partire dalla recente decisione di alienarlo in vista di una sua valorizzazione".

Quali sono gli obiettivi da raggiungere secondo lo studio portato avanti dagli studenti di architettura? In primis, valorizzare gli immobili ma con progettualità, cercando di unire la capacità edificatoria con la necessità di contribuire a dotare le aree di servizi: il tutto mirando a mettere in risalto le caratteristiche costruttive ed architettoniche degli edifici. La maggior parte degli spazi edificabili, il 30% (pari a circa 54mila metri quadrati), sono le tre ex rimesse dell'azienda di trasporto pubblico: San Paolo, Vittoria e Piazza Ragusa. Ma, secondo la ricerca, carichi urbanistici così elevati "richiedono un fabbisogno di spazi per attrezzature pubbliche" e quindi "la trasformazione urbanistica di questi immobili non solo non contribuirà ad apportare nuovi servizi ma addirittura comporterà un ulteriore aggravio a carico della città".

"Il titolo provocatorio dato alla ricerca - spiegano i ricercatori - vuole subito mettere in risalto la ricchezza, reale e simbolica, di questo patrimonio a fronte dei problemi finanziari dell'azienda. Noi crediamo che non ci possa essere valorizzazione senza progetto, che non ci possa esser valorizzazione senza contesto e senza abitanti e che non si possa farlo senza un pensiero che testimoni il significato che queste aree pubbliche hanno avuto nella costruzione delle infrastrutture della città". (fonte Ansa)
 

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