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San Paolo Garbatella / Via Tito

Bidet e Piazza Navigatori: tra la politica e la magistratura vince il degrado

Gli edifici di piazza dei Navigatori ed il Bidet di San Paolo restano degradati. Il Municipio continua a chiedere una soluzione politica, ma il Comune tergiversa. E tra poco potrebbe intervenire la magistratura

L’idea per spezzare il degrado che caratterizza sia il Bidet di San Paolo che gli edifici di piazza dei Navigatori c’è. Il Municipio la va ripetendo da tempo ed in assenza di altre soluzioni, potrebbe valere la pena provare ad implementarla. “Il Comune deve prendere in carico il bidet” continua a ripetere Catarci.

LE RESPONSABILITA' - Si parte proprio dalla Convenzione. “E’ stata completamente disattesa – torna a ricordare il Minisindaco – e non basta continuare a dire che è colpa dell’amministazione: c’è una sentenza del Consiglio di Stato che attribuisce le principali responsabilità al soggetto privato”. Si tratterebbe di una cordata di imprenditori, di cui faceva parte anche la società Acquamarcia.

LA SOLUZIONE - “Una parte di piazza Navigatori è esposta al degrado” e lo abbiamo mostrato la settimana scorsa. “Ma l’altra parte – riprende Catarci – è utilizzata abusivamente. Ora è sempre più necessario che sia sanata la Convenzione, anche perché in dieci anni non abbiamo visto nemmeno un’opera pubblica di quelle promesse. Quindi o si versano liquidi nelle casse di Roma Capitale, o si aliena l’albergo di via Costantino, come vado ripetendo da tempo, che deve essere acquisito dal Comune. Poi dovrà essere ristrutturato.Per farne cosa? Ci ragioniamo tutti insieme, ma intanto che si faccia questo passo”.

LA DIFFIDA - Il tempo non è certo dalla parte di chi rema per un’altra soluzione. Ed il Municipio, con i limiti derivanti dal proprio ruolo istituzionale, le proprie mosse le ha fatte. Ma la risposta di Roma Capitale, per ora, è completamente mancata. “Noi, per come era gestito il Bidet eravamo arrivati a fare una diffida” con la quale si chiamava “la proprietà  e/o gli aventi causa”  a mettere in sicurezza l'area ed a rispettare gli adempimenti del caso.

LA POLITICA E LA MAGISTRATURA -  “Abbiamo ottenuto una limitazione del danno, con l’attivazione del servizio di guardiania h24. Ma non è sufficiente. Lo spazio verde, i marciapiedi, l’area di cantiere non sono stati sistemati, come richiesto. La  recinzione è ancora divelta su tre lati, con l’unica eccezione forse di via Tito. Il servizio di sorveglianza dunque non basta – prosegue Catarci – e servono altre soluzioni. Intanto siamo in contatto con l’amministrazione giudiziale di Acquamarcia. Al magistrato manderemo anche una nota formale e, se continuneremo a non avere riscontri, andremo avanti per le vie legali, con un esposto in Procura. Sarebbe, questa, una sconfitta, perché ho sempre sperato di trovare  una soluzione politica alla questione. Ma la pericolosità di quello stabile, è sotto gli occhi di tutti”.

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