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Garbatella San Paolo / Via Giuseppe Veratti

Prostituzione: fallite le politiche repressive, si cercano nuove strade

Si è cominciato con i manifesti dell’Eur, si continuerà nel Municipio XI, con campagne d’informazione mirate, per combattere il fenomeno del racket legato alla prostituzione e lo sfruttamento delle “schiave bambine”. E si torna a parlare di zoning

La recente campagna d’informazione, lanciata nel Municipio XII dai Consiglieri Matilde Spadaro e Vincenzo Vecchio, sta facendo proseliti. L’immagine di una donna senza volto, con un codice a barre tatuato sul seno, e la scritta “prima di comprarla Rifletti”, hanno avuto un largo seguito di consensi.
Nel territorio del Municipio XI, dove il fenomeno della prostituzione, al pari di quanto avviene all’Eur, mette in mostra tutta la sua drammaticità, si sta ragionando su quali percorsi intraprendere.

Il mercato delle lucciole. “Abbiamo visto i manifesti messi nel Municipio XII, ed abbiamo anche sentito la Consigliera Spadaro che li ha curati. Trovo che sia stata un’iniziativa lodevole e coraggiosa, che alza il livello del dibattito, rivolgendosi direttamente ai clienti delle prostitute – fa notare il Presidente Andrea Catarci, che aggiunge – non dobbiamo dimenticarci che che il fenomeno esiste, perché c’è un mercato con una domanda forte, rappresentata da 9 milioni di persone”.
Lo sanno bene, nel territorio del municipio. Da Largo Gibilmanna a via Enea Bortolotti, da Viale Marconi a Piazzale dei Navigatori, fino ad arrivare a Largo Veratti, dove il mercimonio si realizza addirittura nei cortili dei lotti residenziali.

Fallimento ordinanze repressive. “Siamo difronte al chiaro fallimento della politica repressiva inaugurata dal Sindaco. A quattro anni dalla sua ordinanza, ne vediamo tutti i limiti, ed anche laddove i controlli sono aumentati, il fenomeno non è diminuito, anzi” dichiara Catarci, confermando quanto anche gli inquilini di Largo Veratti hanno recentemente riconosciuto.

lo Zoning.“La verità è che siamo in presenza di una tematica complicata, che non si presta a facili soluzioni, ostentate da chi, poi, chiede venga realizzata una legge quadro, a livello nazionale, contro la prostituzione. In realtà ci sono dei percorsi sperimentati – fa notare il Presidente Catarci – che hanno prodotto buoni risultati in altre città, come Mestre. La sperimentazione dello Zoning, lì realizzata, andrebbe provata anche a Roma. Perché da una parte allenta la tensione dei residenti che vivono a contatto col fenomeno. Dall’altra facilità la possibilità che le prostitute, avvicinate da professionisti che operano a livello socio educativa, possano uscire dal racket”.

Uscire dal racket. Una soluzione non nuova, quella promossa dal Presidente del Municipio XI, su cui potrebbe valer la pena riflettere. L’individuazione di aree specifiche, all’interno della città, entro cui relegare il mercato della prostituzione,  consentirebbe di allontanare il fenomeno dai centri maggiormente abitati. Nel caso di Largo Veratti, tornando all’esempio citato, eliminerebbe alla radice il problema di veder realizzare rapporti sessuali a pagamento, nel cortile di casa.
In più,  la costante presenza di operatori del settore, oltre a disincentivare le violenze fisiche sulle prostitute, potrebbe divenire, come  a Mestre, un valido incentivo a lasciare la professione più antica del mondo.
Purtroppo non andiamo in questa direzione, visto che con la Giunta Alemanno, sono stati depotenziati anche gli strumenti esistenti. E mi riferisco, ad esempio, all’eccellente progetto di matrice europea Roxanne. Oggi le auto in strada – sulle quali viaggiano operatori sociali – sono passate da cinque a due” ricorda Catarci.

Prossima campagna di comunicazione. Ma in attesa che si torni a parlare di Zoning, ci sono delle iniziative che si possono mettere in campo. Il minisindaco, su questo, ha delle idee molto chiare: “Abbiamo apprezzato la campagna realizzata nel Municipio XII. "Prendendola come spunto, abbiamo intenzione d’organizzarne una anche noi,  un po’ più complessa perché articolata su vari temi legati alla prostituzione. Vogliamo denunciare fenomeni aberranti - conclude Catarci - come quello delle ‘schiave bambine’ e per farlo,  ci rivolgeremo alle associazioni che operano nel settore, al fine di costruire i messaggi,  nella maniera più efficace possibile”.
 

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