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Sabato, 20 Aprile 2024
Ostiense

Ostiense, ecco la Lampedusa di Roma: i medici lanciano l'allarme

I medici per i diritti umani e la Rete di tutela dei rifugiati afghani di Roma lancia l'allarme sulle condizioni igienico-sanitarie di questa zona. Anche l'assessore Sveva Belviso: "Provvederemo a far riaprire la fontanella d'acqua".

Una situazione disperata come quella della zona chiamata "Lampedusa in Roma", nel quartiere Ostiense, difficilmente riesce a vedersi altrove. In questo territorio, da anni, circa 150 rifugiati politici, soprattutto afghani, vivono in condizioni igienico-sanitarie disastrose, contraendo anche diverse malattie. Qui non c'è più neanche una fontanella dove bere o lavarsi, e tanto meno c'è lo spazio necessario per dormire. In una tenda ci sono anche 20 persone che vivono in una situazione disperata, soprattutto nel periodo estivo.

A lanciare l'allarme di questa grave situazione sono i medici per i diritti umani (Medu) e la Rete di tutela dei rifugiati afghani di Roma.
Ogni martedì sera i medici, a bordo di un camper-ambulatorio, visitano i rifugiati, spiegando loro quali diritti hanno. "E' inaccettabile - spiega il medico Alberto Barbieri di Medu - che nel centro di Roma decine di richiedenti asilo e rifugiati siano costretti a vivere in un insediamento al di sotto di qualsiasi standard minimo di accoglienza previsto per i campi profughi in ogni parte del mondo".

"Hanno malattie della pelle - continua Barbieri - ma anche infezioni alle vie respiratorie dovute al freddo dell'inverno trascorso. Su molti di loro ci sono segni di percosse, torture, delle condizioni disumane in cui vivono e delle ferite che hanno riportato durante i viaggi che li hanno portati qui".

Di qui l'appello delle organizzazioni umanitarie, che verrà formalizzato a Palazzo Valentini mercoledì nel corso di un convegno: "Chiediamo che venga istituito un punto di orientamento per informare i rifugiati sui loro diritti, la creazione di un tavolo interistituzionale per andare verso un'accoglienza strutturale".

Su questa situazione, si è espressa anche Sveva Belviso, assessore capitolino alle Politiche Sociali, che ha lanciato a sua volta un appello al governo: "Il circuito comunale é saturo, abbiamo 3.200 persone in lista d'attesa. Faccio un appello anche alla presidente Polverini affinché dei 6,8 milioni di euro che la Regione ha a disposizione per l' immigrazione, ce ne venga destinata una parte consistente senza passare per la Provincia perché Roma accoglie l'84% di chi fa richiesta di aiuto". Poi una promessa: "Provvederemo a far riaprire la fontanella d'acqua".

Ma a penare di più per questa condizione sono sicuramente i rifugiati, terrorizzati alla sola idea di essere sgomberati. Quando è successo l'ultima volta, quando è stata sgomberata quella che era definita la 'buca' ricavata nelle fondamenta di uno dei palazzi in costruzione, in molti hanno perso le uniche cose che avevano, come gli occhiali o il telefonino.

Quando si verificano queste situazioni, i diritti umani vengono del tutto cancellati, senza tener presente neanche quelle che sono le condizioni minime per vivere un'esistenza dignitosa. Lo sa bene anche l'associazione Rete di tutela dei rifugiati afghani che ricorda infine che "la proroga ottenuta dalle associazioni dell'accoglienza presso il San Camillo-Forlanini, dove vanno a dormire una cinquantina di rifugiati, è limitata al 30 giugno e la situazione rischia di precipitare nuovamente".

Ecco il video dello sgombero della Buca.

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