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Ostiense San Paolo / Viale Ferdinando Baldelli

San Paolo: sit-in di protesta in viale Baldelli contro il palazzo “fantasma” del Vaticano

Oggi i cittadini e gli amministratori del Municipio XI sono scesi in piazza per ribadire la loro contrarietà alla costruzione e chiedere che venga fatta chiarezza sulla vicenda

protestasanpaolo-029Continua la battaglia dei cittadini e del mini sindaco del Municipio XI Andrea Catarci contro la costruzione di quello che ormai è stato definito “il palazzo fantasma”: un imponente complesso edilizio di 23 mila metri quadrati che dovrebbe ospitare un ospedale e che il Vaticano sta costruendo nell’area della Basilica di San Paolo dove si trovano un antico cimitero e una villa della Roma imperiale.  Per dire no alla nuova colata di cemento e cercare di fare chiarezza sulla vicenda un gruppo di residenti, insieme ad associzioni e politici locali questo pomeriggio hanno protestato lungo viale Baldelli, lungo uno dei muri perimetrali del cantiere.

Il Vaticano, infatti, non ha chiesto il permesso a costruire alle istituzioni italiane ritenendo che si potesse seguire una procedura interna allo Stato del Vaticano, in nome di un concetto di extraterritorialità ma secondo Andrea Catarci avrebbe dovuto farlo. Il palazzo sarebbe dunque totalmente abusivo.

Nonostante siano mesi ormai che l'amministrazione denuncia lo stato dei fatti e nonostante sia stata presentata anche un'istanza in procura per chiedere il sequestro immediato del complesso  edilizio il sindaco di Roma Gianni Alemanno, la governatrice Renata Polverini ed i Ministri continuano a far finta di non vedere e scelgono ancora il silenzio complice” dichiara Catarci in una nota. Da qui la decisione di scendere in piazza.

“In tanti hanno raccolto l’appello lanciato da numerose realtà sociali ed associative, dalla Comunità Cristiana di Base di San Paolo a Legambiente, da Italia Nostra alla Rete Sociale territoriale, ritrovandosi di fronte al cantiere per un partecipato sit-in” continua la nota.

“Percorrendo il muro di Viale Baldelli – aggiunge il presidente del Municipio - si è rilevato direttamente il danno paesaggistico già arrecato dai quattro nuovi  piani fuori terra, che impediscono la vista della Basilica e del campanile”.

Nei numerosi interventi si è poi ricordata la particolarità del luogo e si è ribadita la convinzione che siano state commesse tre probabili violazioni: delle convenzioni UNESCO del 1972 e del 2003, che prevedono la tutela integrale dei siti ritenuti Patrimonio dell’umanità, sottoscritte anche dal Vaticano; dei Patti Lateranensi, che prevedono la facoltà della Santa Sede di dare ai propri immobili l’assetto ritenuto più opportuno, ma che non parlano di libertà di costruire nuovi manufatti; della normativa nazionale sull’edilizia, rimasta del tutto inosservata. 

“In attesa degli esiti dell’istanza presentata in Procura dal Municipio Roma XI, non ci si rassegnerà a vedere un Patrimonio dell’umanità riempito con una montagna di cemento, si proseguirà nella denuncia politica sull’inerzia del Sindaco Alemanno e dei Ministri e si darà vita a nuove mobilitazioni”, conclude il mini sindaco.

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