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Richiesto un minuto di silenzio per Carla Verbano. E l’opposizione municipale abbandona l’aula

Gesto inquietante andato in scena, nell'Aula Consiliare del Municipio XI. I consiglieri d'opposizione, alla richiesta di onorare con un minuto di silenzio la morte della madre di Valerio Verbano, hanno abbandonato l'aula

Probabilmente certe dicotomie non si supereranno mai. Questa è l’amara sintesi che si può trarre dall’episodio andato in scena, nel pomeriggio di giovedì 7 giugno, presso la Sala Consigliare del Municipio XI.

Il minuto di silenzio. “Appena fatto l’appello, prima di cominciare la discussione degli atti all’OdG, ho chiesto all’aula di rendere omaggio alla Sig.ra Carla Zappelli Verbano con un minuto di silenzio, quasi in contemporanea con i funerali, poiché il Consiglio era convocato per le h. 14 – racconta la capogruppo di Sel Paola Angelucci -  ebbene i consiglieri del PdL che avevano risposto all’appello un attimo prima, sono usciti dall’aula consiliare, spariti, volatilizzati negando la loro partecipazione ad un gesto ufficiale di rispetto nei confronti di questa donna uccisa dalla malattia e dalla sofferenza di una ricerca senza fine, che l’ha accompagnata per trentadue lunghi anni, della verità sugli assassini del giovanissimo figlio Valerio, ammazzato davanti ai propri occhi dai fascisti”.


La vicenda di Carla Verbano. Un comportamento difficile da comprendere, ed ancor più da spiegare, senza lasciarsi andare a commenti inadeguati, per chi scrive.   
“Nella mia richiesta non ho fatto accenno, trattenendomi a stento, alla matrice nera dell’assassinio di Valerio Verbano – spiega la Consigliera Angelucci -  proprio per cercare di coinvolgere tutti i presenti, concentrando le mie parole solo sulla forza e sulla tenacia di questa madre nella sua ricerca della giustizia. Carla Verbano merita rispetto da parte di tutte e tutti noi, specialmente da rappresentanti delle istituzioni nelle quali Carla non aveva mai spesso di credere. Non partecipare al minuto di silenzio per Carla Zappelli Verbano è stato un gesto ignobile ed increscioso” commenta visibilmente amareggiata la Angelucci.

La ricerca della verità . La morte di Valerio Verbano, avvenuta nel 1970 a seguito di un agguato eseguito nell’abitazione dei genitori, rimane uno dei misteri irrisolti della recente storia italiana. Valerio, freddato alla schiena da un proiettile sparato con una pistola munita di silenziatore, al momento del decesso era ancora un liceale di diciannove anni.  Impegnato politicamente, stava svolgendo delle ricerche sui NAR, i  nuclei armati rivoluzionari, una fazione neofascista  che dilagava, in quegli anni, nella Capitale.  La sua morte, come detto, è ancora avvolta nel mistero. Un mistero su cui Carla Verbano, fino alla fine, ha sperato si facesse luce,
“Il pensiero di Carla che muore con quest’angoscia nel cuore, mi addolora più della morte stessa – ha commentato la Angelucci - La sua ricerca della verità sarà la nostra”.
 

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