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Martedì, 23 Aprile 2024
Garbatella San Paolo / Piazza Benedetto Brin

Garbatella: la storia di un quartiere che necessita di attenzioni

Ancora un omaggio al quartiere più antico del territorio, attraverso una ricostruzione fatta dal suo amministratore municipale, che ne segnala i pregi e le necessità

La Garbatella è un quartiere così ricco di fascino che, limitarci a parlarne solo in occasione del suo compleanno, rischia di divenire un esercizio oltremodo riduttivo.

LA GENESI DEL QUARTIERE - La Garbatella che oggi conosciamo, con i suoi problemi, dettati dall’assenza di alcuni servizi, come quel mercato coperto che non si riesce ad assegnare; ma anche dalle tante difficoltà nella gestione del suo enorme patrimonio architettonico, ha un’origine ben precisa, così raccontata dal Presidente Catarci: “Il 18 febbraio 1920 il re Vittorio Emanuele III pone la prima pietra a Piazza Brin e nel giro di due anni sorgono le prime abitazioni e la scalinata che riecheggia quella di Trinità dei Monti, nota come il Pincetto di Garbatella. Il quartiere, destinato ad ospitare gli operai dell’Ostiense, trae ispirazione dalle Città-giardino inglesi e tedesche e nei programmi dell’allora Assessore Paolo Orlando doveva diventare una colonia marina collegata ad Ostia”.

GLI SVILUPPI SUCCESSIVI - Con il passare del tempo, mutano le esigenze ed anche la vocazione del quartiere. “Rapidamente, mentre sul piano cittadino si accantona l’idea dello sviluppo marittimo – riprende il racconto Catarci - Garbatella cambia volto ed alle palazzine di piccole dimensioni, con tante finestre ed orti, si aggiungono costruzioni più simili a moderni condomini, di quattro o cinque piani, poi le ‘case rapide’, fatte con materiali più scadenti, infine un'edilizia più intensiva con consistente riduzione del verde. Gli illustri architetti che si avvicendano, Innocenzo Sabatini – che ha realizzato l’albergo rosso -  Gustavo Giovannoni, Massimo Piacentini, Mario De Renzi, Costantino Costantini, non rinunciano mai ad affiancare agli spazi privati numerose aree pubbliche, giardini, stenditoi, cortili, lavatoi, né a mantenere uno stile curato e con tratti ampiamente scenografici.”

LA CONVIVIALITA’ E L’URBANISTICA - Questa è  la Garbatella che conosciamo e che tutta Italia invidia ai suoi residenti.  “La struttura urbanistica, con la qualità estetica e la presenza di ampi spazi comuni, ha favorito in ogni momento una intensa vita comunitaria, con occasioni di incontro nei giardini, nei lotti, nelle osterie, nei siti religiosi, nelle numerose sedi politiche e associative – riprende la narrazione il Presidente Catarci -  E’ qui che prendono forma alcuni aspetti chiari ed inequivocabili dell’identità territoriale, a più riprese rintracciabili nel corso storico: il legame con la tradizione popolare romana, come per Testaccio e Trastevere, l’appartenenza e la contiguità con il mondo operaio, elemento intrinseco e costitutivo, una connotazione politica e culturale marcatamente antifascista, ora istintuale ora più legata ad universi valoriali.”

IL PESO DEGLI ANNI - La bellezza della Garbatella, con la sua urbanistica pensata per sviluppare quelle relazioni umane che, come ricordava ieri la Capogruppo di SEL Paola Angelucci,  ne sostanziano la sua originale identità, recano inevitabili segni del tempo. “Sono proprio questi spazi comuni che a 93 anni di distanza – sottolinea Catarci - hanno un particolare bisogno di riqualificazione, insieme agli edifici ed ai piccoli grandi tesori disseminati dappertutto, come la prima pietra recentemente restaurata. Ma malgrado i tanti giudizi entusiasti che sono piovuti da ogni parte, nessuna delle Istituzioni competenti si è resa disponibile a raccogliere il grido d'allarme del Municipio Roma XI per elaborare ed attuare un Piano straordinario di manutenzione del quartiere. Ministeri nazionali, Regione Lazio, Roma Capitale, che negli anni precedenti ed in particolare in occasione del novantesimo si erano dichiarati a parole disponibili sono poi svaniti nel nulla e non hanno mai partecipato ai tavoli di lavoro convocati più volte dal Municipio Roma XI. Per questo – conclude Catarci - nella celebrazione a Piazza Brin non si è ritenuto opportuno invitare nessun rappresentante di altri Enti, a cominciare da quelli della Giunta Alemanno, perchè si è stufi di essere presi in giro con parole compiacenti il giorno del compleanno a cui seguono 364 giorni di disattenzione e noncuranza.”

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