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Catarci: "Fate le primarie? Bene, vi aspettiamo alle elezioni"

Il Presidente del Municipio VIII commenta a RomaToday il possibile ricorso alle primarie per scegliere i candidati Dem nei municipi. "Bocciano gli attuali presidenti per dare un contentino ai consiglieri che hanno congiurato contro Marino. Fanno le primarie? Fine della coalizione e ci vediamo al voto"

Non è un mistero. Nel Municipio VIII le primarie faticano ad imporsi. Non hanno trovato spazio nella precedente tornata elettorale e, se dipendesse dall'attuale Presidente, non dovrebbero averne neppure oggi. Il ragionamento che Andrea Catarci (Sel) imposta è lineare. Si parte da una premessa (il senso delle primarie) e si arriva alle dirette conseguenze: le primarie, per l'attuale Minisindaco, rischiano di ingenerare un effetto boomerang. In altri termini "Sono un autogol per il centrosinistra".

Presidente, lei non sembra apprezzare molto le primarie. Quand'è a suo avviso che vale la pena ricorrervi?

"Le primarie si fanno quando si decide di chiudere un'esperienza a cui si attribuisce un valore negativo o quando non c'è più la disponibilità da parte di un soggetto a ripresentarsi come nel caso del Sindaco Pisapia. Per quanto riguarda i municipi invece, lanciare come fa Patrizia Prestipino l'idea di ricorrere alle primarie, implica esprimere una valutazione negativa sul lavoro dei Presidenti municipali ed allora io dico che si fanno degli autogol".

Perchè parla di autogol? Quali sarebbero le conseguenze di questa scelta?

"In primo luogo se il Partito Democratico decide di organizzare delle primarie interne, boccia di fatto l'esperienza di Roma Bene Comune che ha portato a governare 15 Municipi su 15. Se quindi decidono di fare le primarie, noi gli presentiamo un candidato dell'ala sinistra, che viene da SEL-SI più magari qualche altro pezzo della sinistra stessa. A chi conviene? In Municipi come quello di Torquati o magari nel XIV e nel XV, dove i risultati sono sempre incerti, il Partito Democratico è davvero sicuro di vincere?"

Perchè quindi, secondo lei, nel Partito Democratico si continua dunque a parlare di primarie?

"Io penso che puntare alle primarie tout court perchè 'fa bello' parlarne, sia del tutto controproducente. Si mandano i presidenti dei Municipi allo sbaraglio, magari per accontentare consiglieri capitolini che hanno fatto la figura barbina di sfiduciare dal notaio il Sindaco Marino e li si butta nella mischia contro i Presidenti attuali. Con quale risultato? E' un'operazione cervellotica ed opportunistica che non sposta di una virgola i voti. Anzi, così facendo, si perdono consensi".

Descrive uno scenario che sembra molto distante da quello annunciato dopo le dimissioni di Marino. Che fine ha fatto l'esperimento messo in campo #perroma? 

"Io ne sono stato tra i principali fautori. Il centrosinistra di Marino era finito, ma c'era ancora nei Municipi ed alla Regione avevamo ricevuto rassicurazioni anche dal Presidente Zingaretti che si sarebbe continuato lungo quel solco. Poi però, due ore dopo che Giacchetti ha annunciato la propria candidatura alle primarie, Zingaretti l'ha immediatamente avvallata. In quel modo anzichè contribuire ad aprire una discussione l'ha chiusa. Comunque  se la sinistra non troverà  una sua espressione nella coalizione, vorrà dire che andremo da soli".
 

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