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Garbatella Garbatella / Via Giovanni Battista Magnaghi

A Garbatella il Riciclo diventa Moda

Grazie ad un bando del Municipio XI, otto ragazze, con meno di trent'anni, fondano la Red Cycle. Ed attraverso il contributo creativo del singolo individuo, la moda diventa un ingranaggio collettivo

C’era una volta l’arte di sapersi arrangiare. Recuperare oggetti usati, piuttosto che abiti lisi, consunti, era un’abilità diffusa. La buona notizia è che a Garbatella, otto ragazze con meno di trent’anni, hanno recuperato questa capacità. E l’hanno messa a disposizione di un pubblico che, due settimane fa, le ha sommerse di complimenti. Si tratta del progetto Re(d)Cycle, realizzato all’interno de La Casetta Rossa di via Giovanni Battista Magnaghi. Un’iniziativa pensata dalla giovane sociologa Simona Orlandi Posti che, partendo dalle suggestioni del brand collettivo Serpica Naro, un “marchio aperto” cui partecipano designer e comunicatori, ha voluto cimentarsi in un’esperienza, appena conclusasi, di grande successo.

Concorso di idee. “Abbiamo utilizzato i finanziamenti messi a disposizione dal Municipio XI attraverso un bando di idee. La riprova del fatto – tiene a sottolineare Simona Orlandi Posti – che i governi di prossimità, che il Comune sta svuotando di poteri,  hanno la capacità di sentire un’esigenza locale e di premiarla”.

Re(d) Cycle. Otto ragazze con meno di trent’anni, grazie alle donazioni di stoffe ed abiti usati, hanno potuto cimentarsi e trasformare, personalizzandoli, vestiti ed accessori che altrimenti avrebbero svecchiato tra canfora e naftalina.
“Attraverso questo bando del Municipio, abbiamo vinto 10mila euro,  con cui abbiamo comprato 5 macchine da cucire, una taglia e cuci, una macchina da cucire professionale un manichino. E siamo partite. All’inzio – prosegue Simona – delle otto ragazze coinvolte, nessuna sapeva utilizzare la macchina per cucire, ma a pochi mesi dall’inizio del corso, avvenuto a novembre, sono arrivate a realizzare 50 modelli, fatti sfilare durante la manifestazione del 14 aprile”.

La moda è nella creazione del singolo. “La cosa interessante è che un abito, magari non più utilizzato perché fuori moda,  è tornato ad essere indossabile, attraverso semplicissime variazioni, magari aggiungendo una cinta, un colletto, una spilla. Questo non comporta solo un discorso di attenzione all’ambiente ed al consumo, ma anche e soprattutto ha a che fare con la capacità di saperti riadattare il vestito, di prendere il tempo necessrio e decidere, tu,  cioè che va di moda, secondo i tuoi gusti – sottolinea con soddisfazione sempre l’ideatrice di Re(d)Cycle – Ne consegue che la moda, attraverso l’apporto creativo del singolo, diventa un ingranaggio collettivo”.

Ora che il progetto è concluso, le ragazze vorrebbero continuare a mettere a frutto la propria creatività, acquistando anche un laser 3D necessario per la realizzazione di gioielli. Segno che il progetto ha funzionato.
 

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