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Ater, Rifondazione Comunista salda il debito: ceduto un immobile per dodici sezioni

Rifondazione Comunista ha ceduto un immobile di proprietà per azzerare la morosità delle 12 sezioni romane. Gelmini(PRC): "Speriamo che il nostro esempio sia seguito dagli altri"

Due mesi fa sul sito dell’Ater di Roma, è stato pubblicato l’elenco dei locali morosi. La parte del leone, in questa speciale classifica aggiornata al trenta novembre 2016, spettava alla categoria che include le Associazioni Culturali, le Cooperative e le Onlus. La somma di queste realtà, non ha corrisposto affitti per quasi quattro milioni di euro all'Azienda territoriale per l'edizilia residenziale.

LA SCELTA - Al secondo posto però, tra i morosi, spiccavano i partiti politici. In questo caso il debito contratto era di circa 1 milione e 350mila euro. Ad oggi però questa cifra si è ridotta di quasi il trenta per cento. Rifondazione Comunista ha infatti deciso di azzerare il proprio debito. “Abbiamo ceduto un immobile della Federazione Nazionale. Si trovava al Quartiere Africano ed al suo interno avevamo degli uffici – spiega Marco Gelmini, tesoriere nazionale di Rifondazione Comunista – ma lo abbiamo fatto di buon grado, perché in cambio abbiamo ripianato il debito di 12 circoli, quasi tutti situati in zone periferiche”.

LA TRATTATIVA - Dal Circolo Che Guevara della Montagnola (nella foto) a quello intitolato ai fratelli Cervi di Rebibbia, fino ad arrivare al circolo Valeri dell’Alessandrino.  “Si tratta di realtà per le quali abbiamo concordato un canone di locazione, in ragione dei servizi offerti al territorio. All’interno dei nostri circoli infatti – ricorda Gelmini – ci sono  gruppi di acquisto popolare, corsi d’italiano per stranieri, CAF,  doposcuola. Adesso però, li abbiamo intestati tutti e 12 alla Federazione di Roma così il primo che non rispetta l’accordo, dovrà dare la disdetta all'Ater”.

UN ESEMPIO DA SEGUIRE - La decisione di Rifondazione Comunista di estinguere il debito è mossa da una motivazione. “Pensiamo che Ater debba essere messa in grado di assolvere la propria funzione che è essenzialmente quella di dare risposta al disagio abitativo. Di conseguenza – ragiona il tesoriere  – non pagare i canoni di locazione, significa danneggiare chi vive questo tipo di problema. Anzi, vorremmo che il nostro esempio, fosse seguito anche dagli altri partiti”. Ci sono singoli circoli che, sempre secondo le tabelle aggiornate a fine novembre, hanno superato i centoquarantamila euro di debito. “Ma se siamo riusciti ad appianarli noi, che abbiamo i conti davvero in rosso – conclude il tesoriere – penso che possano riuscirvi tutti. Si tratta di volerlo fare”.
 

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