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Ardeatino Garbatella / Piazza dei Navigatori

Piazza dei Navigatori: l'origine e gli sviluppi della controversa operazione urbanistica

La storia: dall'Accordo di programma all'attuale delibera della Raggi

La delibera su Piazza dei Navigatori che l'assemblea capitolina si appresta a votare ha origini remote. La vicenda è infatti cominciata per l'esigenza di realizzare alcune opere pubbliche nel quadrante Ardeatino oltre che nel quartiere di San Paolo. Per riuscirvi, durante l'amministrazione Rutelli il comune ha avviato uno scambio di proprietà  (presenti nel Municipio VIII) con alcuni soggetti privati. Parte da lì il percorso che conduce a sottoscrivere, prima un accordo di programma e poi, nel 2004, la convenzione di Piazza dei Navigatori.

L'Accordo di Programma: le opere previste

E' il febbraio del 2003 quando l'allora sindaco Veltroni firma l'Accordo di programma sul Piano di assetto di Piazza dei Navigatori e per la riqualificazione di viale Giustiniano Imperatore. L'accordo prevede una serie di opere da realizzare da un lato all'altro della Colombo. Per quanto riguarda l'ambito di Piazza dei Navigatori si punta ad attrezzare un parco pubblico, sistemare la viabilità esistente, costruire un collegamento viario tra Largo Bompiani e piazza dei Navigatori. E' prevista anche la realizzazione di un  parco per l'infanzia  in via Rosa Raimondi Garibaldi. Si tratta di un'area verde, presente sotto la Regione Lazio,  che era di proprietà di uno dei costruttori firmatari dell'accordo. Viene acquisita al Campidoglio e, una dozzina d'anni più tardi, viene trasformata con fondi pubblici in un parco molto frequentato dalle famiglie del quadrante. Nell'ambito di Piazza dei Navigatori era prevista anche l'illuminazione di aree pubbliche e la sistemazione di una rete stradale con annessi parcheggi pubblici a raso ed interrati. Questi ultimi rappresentano l'unica opera che sarà poi effettivamente realizzata.  L'accordo di programma prevede anche un sottopasso su viale Cristoforo Colombo.

La convenzione urbanistica: le cubature e le fideiussioni

Nel 2004 la giunta Veltroni sigla la Convenzione Urbanistica che è figlia di quell'accordo di programma. Con quest'atto, "i contraenti privati vengono autorizzati a realizzare 150mila mcubi in piazza dei Navigatori e 34mila metri cubi in viale Giustiniano Imperatore" ricordano Andrea Catarci ed Amedeo Ciaccheri l'ex presidente ed il candidato presidente del Municipio VIII. Contestualmente, con la convenzione, i contraenti vengono "esonerati dal versamento degli oneri afferenti i diritti edificatori cocnessi, pari a 184mila metrocubi, a scomputo del contributo riferito alle opere di urbanizzazione previste".  Il Campidoglio in sostanza rinuncia ai  diritti milionari previsti dagli oneri di costruzione. Lo fa perchè punta tutto sulla realizzazione immediata della opere elencate. Nessuno però vigila. Ed al momento di sottoscrivere gli accordi, i costruttori versano delle polizze fideiussorie, a garanzia degli obblighi contratti. Parte di queste fideiussioni sono viziate all'origine e quindi inescutibili. Per dirla con le parole usate dall'assessore Caudo in una commissione trasparenza, sono "false".

I palazzi costruiti

Intanto però alcune opere vengono realizzate. E' il caso dell'albergo di via Costantino firmato Acqua Marcia Immobiliare srl, di proprietà di Caltagirone Bellavista, che viene edificato a San Paolo. Non entrerà mai in funzione perchè la società fallisce e subentra un liquidatore fallimentare. A lungo sprovvisto di guardiania, l'edificio che i residenti hanno sarcasticamente ribattezzato "il bidet", è vittima di occupazioni ed atti vandalici. Contestualmente,  sull'altro versante della Colombo, viene costruito un palazzo a specchi di nove piani (comparto z1) che, successivamente, finisce per ospitare gli uffici della Confcommercio, una delle realtà interessate dalla convenzione. Dei tre edifici previsti, ne manca soltanto uno, nel comparto z2. Da qui, e dal tentativo di recuperare i 20,7 milioni di opere che non sono state realizzate (fatto salvo il parcheggio interrato) nasce l'idea del M5s di procedere ad una novazione della Convenzione

Il tentativo del Municipio: l'annullamento della convenzione

L'idea dell'amministrazione municipale, almeno finchè era stata guidata da Andrea Catarci, era quella di chiedere l'annullamento della precedente convenzione e l'acquisizione in danno al Patrimonio Capitolino degli edifici già realizzati. Durante le amministrazioni di Catarci maggioranza ed opposizione discutono più volte sul destino di quegli edifici. In particolare tra SEL e M5s si registrano anche delle significative convergenze e si arriva ad ipotizzare vari utilizzi per l'albergo di via CostantinoE' questa la fotografia della situazione che  la nuova amministrazione pentastellata si trova a gestire quando, a giugno 2016, viene eletta la Sindaca Raggi. In molti si aspettano che, il mantra del "zero cemento" sia applicabile anche alla convenzione di Piazza dei Navigatori. Ed in tal senso, in effetti, si era espressa anche la rappresentanza municipale del Movimento 5 stelle.

La doccia fredda: la vendita del palazzo a vetri

Interviene un fatto. Ad ottobre del 2017 il liquidatore giudiziale del concordato preventivo di Acqua marcia, avvisa che si intende procedere ad una vendita. Il liquidatore punta a vendere mediante gara competitiva, la porzione direzionale del comparto z1 (il palazzo a vetri) e l'albergo. E dichiara di aver ricevuto una proposta di acquisto di 27 milioni. Così può rifondere il Comune con 16,8 milioni di euro, che l'assessore Montuori ha dichiarato saranno "versati in contanti all'atto della sottoscrizione della nuova convenzione". Sarà quello il tesoretto di cui potranno beneficiare i cittadini, anche se ad oggi non è stato vincolato alla realizzazione di alcune opera specifica. In aggiunta l'operazione porterà altri 15 milioni di euro, da cui decurtare i 3 del parcheggio multipiano già realizzato. Anche se  i comitati contestano la funzione pubblica di un'infrastruttura di cui beneficeranno soprattutto i lavoratori del palazzo a vetri. Sparisce invece nel nulla il sottopasso della Colombo. Sarebbe costato troppo. Secondo l'assessore Montuori, vale da solo 30milioni di euro. Vale a dire tutta la torta. 

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