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Ardeatino Montagnola

Sgomberi alla Montagnola: “Alfano? Non sa neppure dove sia”

Senza azione sinergica di Comune e Regione “gli sgomberi sono dei palliativi: già stanno riposizionando gli insediamenti di fortuna”

Sicurezza sociale e decoro. Esigenze che i residenti di Montagnola rivendicano con forza. E che, le azioni di sgombero operate verso gli insediamenti abusivi, momentaneamente garantiscono. Tuttavia il rischio che nuove sistemazioni di fortuna, si succedano alle vecchie, è sempre dietro l’angolo.

LA RICETTA CATARCI - Serve un’azione sinergica degli enti locali. Un potenziamento dei servizi sociali ed azioni convinte di riqualificazione. Anche laddove le aree non sono di pertinenza pubblica. Questa è l'articolata ricetta del Municipio VIII contro il fenomeno degli insediamenti abusivi . Articolata ma, sembrerebbe, anche consapevole. E’ ad esempio consapevole, il Presidente Catarci, che “agli insediamenti di fortuna si accompagna spesso il fenomeno dei roghi e dei fumi tossici  nonché il costante e pericoloso attraversamento di via Laurentina e viale Cristoforo Colombo”. Ciò che si fa notare, è che per quanto concerne la Montagnola “si tratta in gran parte di aree private, con titolari ampiamente disinteressati nonostante le sollecitazioni dei due Municipi, VIII e IX, a mettere in sicurezza il contesto territoriale”.

I PALLIATIVI - Come affrontare dunque la specifica situazione? Secondo il Presidente Catarci gli interventi realizzati e quelli annunciati sono “palliativi che rischiano di durare ben poco tempo. Affinché siano risolutivi – ragiona il Minisindaco – serve ampliarne la portata predisponendo un'immediata ed efficace riqualificazione delle porzioni di territorio interessate: e se non sono pubbliche vanno richieste ed imposte ai proprietari!”  

ROMA CAPITALE E REGIONE LAZIO - Secondo il Presidente del Municipio VIII, alla responsabilizzazione dei privati, deve corrispondere “un’azione generale di potenziamento dei servizi sociali e della lotta alla povertà”. Interventi di tale portata, esulano tuttavia dalle capacità operative dell’Ente di prossimità, e per tale motivo che “si fa appello a Roma Capitale e alla Regione Lazio affinché sia sviluppato uno sforzo congiunto ed efficace”. La retorica dello sgombero, come panacea che risolve i mali, non sembra incontrare l’accordo dell’amminisrazione municipale. Catarci poi stigmatizza “chi gioca alla propaganda e alla confusione, come quegli esponenti del centro destra che, in cerca di facili consensi, presentano inutili e demagogici atti  dopo  mesi di sollecitazioni sull’argomento da parte del Municipio e ringraziano quel Ministro Alfano che sicuramente non sa neanche dov’è Montagnola

SI RIFORMANO GLI INSEDIAMENTI - Ma c’è dell’altro. Ad avvalorare il ragionamento del Minisindaco, circa la scarsa efficacia del mero sgombero, c’è la segnalazione che “già da oggi, dopo le enfatiche dichiarazioni del centro destra locale, nella stessa area vi è stato il riposizionamento di alcune strutture di fortuna”. Circostanza che dimostrerebbe la necessità di puntare su un approccio più complessivo, “un lavoro serio ed efficace sul recupero delle aree in questione” che si avvalga però del “contestuale impegno dei servizi sociali capitolini, per un intervento d’urgenza sulle situazioni di povertà ed emarginazione sociale presenti”. In assenza dei quali, s’intuisce dall’analisi del Presidente Catarci, si rischia di tornare a raccontare operazioni di sgombero che insistono sempre sulle stesse aree. Senza con questo risolvere il problema di degrado, d’insicurezza  sociale e di poverta. Ma anche  di fumi tossici respirati dai residenti dei quartieri interessati.

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