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Venerdì, 26 Aprile 2024
Ardeatino Garbatella

Beni confiscati alla mafia: un dossier sulla situazione a Roma

Presentato all'XI Municipio il dossier "Riprendiamoci il maltolto. Sottrarre alle mafie per restituire alla comunità", una ricerca allarmante sulle confische

img_9322_casadeljazzBeni confiscati, a Roma solo 3 su 10 sono riutilizzati. A rivelarlo è “Riprendiamoci il maltolto. Sottrarre alle mafie per restituire alla comunità”, una ricerca condotta da Libera, Equorete, Action per i diritti, Cnca del Lazio, daSud Onlus, Gioventù Attiva e l’Agenzia Diritti Nuova Cittadinanza, un dossier importante per riflettere su come il riutilizzo di questi spazi possa favorire e sostenere in primis le attività sociali, liberando dal peso dell’affitto molte associazioni. Il dossier è stato presentato e patrocinato dal Municipio Roma XI Politiche Sociali, dove sono 12 ( su 135 in totale) i beni che risultano assegnati e consegnati secondo la legge 109 del 1996, la maggior parte dei quali però inutilizzati.

Dalla ricerca emerge che, dei beni assegnati al Comune secondo la procedura standard, un 8,5% sono luoghi inutilizzati, un 24,3 % svolgono attività, per lo più non sociali, un 27,3% dichiarano di svolgerla ma realmente non lo fanno , un 39,3 % non è monitorabile. Il problema dei beni confiscati riguarda più di 12.000 spazi in tutta Italia ed ogni bene ha la sua storia e le sue problematiche (quello che va ristrutturato, quello sul quale pende ipoteca bancaria, etc.). Il Lazio è la sesta regione italiana per numero di beni confiscati alle mafie (482) e la Provincia di Roma con 383 beni è la settima a livello nazionale.

“Fatto salvo i problemi burocratici di ogni bene – spiega in conferenza stampa Ferdinando Secchi di Libera Roma - l’idea è che è possibile restituirli alla comunità e il fatto che il dossier riscontri l’interesse dell’opinione pubblica è un buon risultato, questo ci aiuta a sveltire anche la linea istituzionale che le associazioni come la nostra perseguono. Chiediamo da più parti di capire l’utilizzo effettivo di questi beni e il perché nella maggior parte dei casi sono inutilizzati”.

A tal proposito l’Agenzia dei Diritti e della Nuova cittadinanza sostiene che nessuno più dei Municipi possa controllare questa situazione, riesca“ ad individuare- spiega Simona Panzino dell’ag. Diritti e Cittadinanza- i progetti più importanti a cui assegnarli e le realtà territoriali esigenti, anche perché gli enti istituzionali proposti dallo Stato quali l’agenzia dei beni confiscati ancora non esiste e molti bene dunque rimangono inutilizzati”. E’ un esempio l’ex sala giochi di via Cesare Mascari ad Acilia, oggi abbandonata, o un immobile di via Barbana alla Montagnola e un grande immobile mai utilizzato assegnato ad un ente bancario in via di Campo Marzio.

Nel Municipio XI si sta lavorando soprattutto su due casi che risultano, come sopra, confiscati ed assegnati ad associazioni però inesistenti. “ L’elemento del danno economico delle mafie è di fondamentale rilievo- spiega Andrea Catarci Presidente dell’XI Municipio- chi ha fatto questa ricerca intende capire come le leggi inerenti vengono applicate e dove sono gli elementi dolenti dell’applicazione di un testo di legge sicuramente virtuoso. Bisogna puntare molto sul ruolo delle amministrazioni pubbliche. L’inchiesta è allarmante”.

Dello stesso pensiero è l’assessore alle politiche sociali del Municipio XI Andrea Beccari che considera il dossier uno strumento utile per permettere il coinvolgimento dei Municipi sui beni e nei bandi di assegnazione pubblica. “Dei 12 beni che ricadono nel municipio XI- sottolinea Beccari- sette hanno avuto una buona prassi, come la casa del jazz in Viale di Porta Ardeatina. Dobbiamo partire da questi esempi per capire l’importanza del riutilizzo di questi beni”.
 

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