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Ardeatino Montagnola / Via Benedetto Croce, 50

Dimissioni Sindaco, Catarci alza le barricate: "Marino vada in aula. Perchè il PD ha paura?"

Il Presidente del Municipio VIII invita il Partito Democratico a chiarire in Assemblea Capitolina i motivi per cui il Sindaco Marino "viene dimissionato ora, alla vigilia dei processi per Mafia Capitale"

A dieci giorni dal termine ultimo per ritirare le dimissioni, l'uscita di scena del Sindaco Marino, sembra un po' meno scontata. Seppure in modo molto frammentato, da alcuni Enti di prossimità si chiede un diverso epilogo. E' questo il caso del Municipio VIII dove, il Presidente Catarci, invita "i piani alti del PD" ad esporsi. Riconoscendo la natura politica di un problema, che poco sembra abbia a che fare con la  questione degli scontrini.

UNA FOGLIA DI FICO - "La vicenda degli scontrini è passata in secondo piano per tutti - premette Catarci -  Per il Sindaco che l'ha spiegata come un errore di rendicontazione, seppur con ritardo; per le voci ufficiali del Partito Democratico, che dichiarano il problema non siano le cene e i loro giustificativi ma la fine inesorabile di un rapporto; per la Lista Marino, che considera chiuso l'incidente e vuole rinnovare la fiducia; per Sel, che invita il Sindaco alla discussione d'aula per far chiarezza ulteriore sul piano etico-morale e ascoltare le proposte, per decidere se dare o no la fiducia; per le opposizioni, che chiedono tutte un confronto in Aula Giulio Cesare oltre la questione specifica".

UNA VICENDA POLITICA - "A Roma c'è dunque una crisi che, inizialmente descritta come scandalistica, in realtà è tutta politica. Come tale merita una conclusione altrettanto politica, qualunque essa sia".  Ovviamente, arrivare a questa conclusione non è semplice. "Chi non vuole quest'azione di trasparenza è il Partito Democratico (non tutto), con Renzi, Orfini ed a caduta i vari livelli fino (pare) ai Consiglieri comunali, che alternano la minaccia di dimissioni di massa con quella di una sfiducia d’aula. Perché hanno tanta paura di un confronto in cui legittimamente potrebbero spiegare i motivi che li stanno spingendo a mandare a casa il loro iscritto Ignazio Marino?"

UN RAPPORTO DA CHIARIRE - In via Benedetto Croce, sembra dunque chiara la strada da intraprendere, che è quella "della democrazia e della discussione pubblica, che sono sempre un valore, nonché un dovere per chi ricopre incarichi di rappresentanza". Eppure dall'Ente di prossimità che Catarci governa, non sono mai mancate le stilettate verso il Campidoglio. "Ma sempre su questioni di merito - viene sottolineato -  in particolare quando si riteneva che ci si stesse allontanando dai propositi con cui si sono vinte le elezioni, cioè cambiare radicalmente la realtà romana" spiega il Minisindaco. "Vorremmo sentire dalla viva voce dei Consiglieri capitolini, che spesso erano infastiditi dalle critiche nel merito, quale è la congiuntura per cui Marino viene dimissionato ora. Alle soglie del Giubileo ed alla vigilia della celebrazione dei primi processi di Mafia Capitale. Ce lo spieghino, dai piani alti del Pd - conclude Catarci - evidentemente in parecchi non siamo strateghi così fini da capirlo".

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