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Martedì, 16 Aprile 2024
Ardeatino Garbatella

Municipio VIII: a rischio il destino delle insegnanti precarie

L'allungamento dell'orario di lavoro degli insegnanti titolari, potrebbe rendere superfluo il ricorso ai supplenti. Cefali: "Mentre Renzi annuncia 800mila posti di lavoro, Marino taglia 6000 insegnanti precarie!"

A rischio il destino di alcune migliaia di insegnanti precarie. Il campanello d’allarme, viene suonato dall’ex Assessore alla Scuola del Municipio VIII Nicola Cefali. Il Consigliere, ha fatto notare l’apparente paradosso insito tra le promesse del governo nazionale e la concreta gestione della macchina capitolina. Con una serie di conseguenze che, se la previsione dovesse risultare confermata, ricadrebbero tutte sulle famiglie romane.

IL NUOVO PIANO ORGANIZZATIVO - “Non vorrei creare un falso allarmismo – premette Nicola Cefali –  ma credo proprio che la situazione negli asili nido e nelle scuole dell'infanzia stia per toccare il fondo! Se a dicembre entrerà in vigore il nuovo, vergognoso piano organizzativo presentato dall'assessore alla scuola Cattoi, cari genitori, non prendiamocela con maestre ed educatrici se l'unico modo per sopravvivere a questo scempio sarà proprio ricorrere alla malattia”.

BASTA SUPPLENZE - Il paradosso, è immediatamente chiarito dal Consigliere municipale, dopo aver ricordato che “se c’è Renzi che annuncia 800mila posti di lavoro, c’è però anche Marino che taglia i fondi alla scuola e manda a casa 6000 precarie”. Con quali conseguenze? Presto detto. “ Per una educatrice titolare assente – riprende la spiegazione Nicola Cefali –  la supplente non verrà richiesta poiché, con l'allungamento dell'orario dell'organico di base, le colleghe andranno a coprire l'orario della stessa”.

In sostanza, la “chiave di volta” sembrerebbe stare nella  maggiore disponibilità oraria chiesta a chi è già titolare di una cattedra. A discapito dell’esercito di insegnanti precari.  “Praticamente, a parere dell'amministrazione Capitolina, la sostituzione si renderà necessaria soltanto in assenza della seconda educatrice: una vera follia. Di conseguenza – ragiona Cefali – ci saranno  orari più lunghi per maestre già abbastanza provate da un lavoro usurante, che oltretutto non potranno più contare sulle colleghe precarie. Così facendo poi,  non sarà mai rispettato il rapporto numerico educatrice- bambini. Per non parlare delle circa 6000 precarie che resteranno appese al filo del telefono aspettando la sempre più anelata supplenza...”

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